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Poreta – Trevi

Il sentiero dell'olio

Poreta – Trevi è il secondo tracciato dei Sentieri nella Fascia Olivata. È il “sentiero dell’olio” perché il percorso si immerge nelle dolci colline che dal basso della pianura si arrampicano fino alla città di Trevi conosciuta anche come una delle capitali dell’extra vergine di oliva. In questa zona sono numerosi i frantoi attivi. Molti di questi affondano le loro radici in una tradizione che si tramanda da generazioni, mentre d’incanto ci si può ritrovare di fronte a un’abbazia, a un tempio romano, a un teatro gentilizio, a una villa del Settecento senza sapere come.

Caratteristica del paesaggio del secondo tratto dei Sentieri nella Fascia Olivata sono le torri colombaie. Alcuni di questi edifici risalgono ai primi anni del Trecento quando, nel periodo di lotte intestine fra Guelfi e ghibellini, venivano a rifugiarsi i Guelfi cacciati dalla città di Spoleto. Queste torri, riadattate in abitazioni dopo il XVIII sec., erano adibite all’allevamento dei colombi palombini che producevano un ottimo fertilizzante per la coltivazione degli olivi.

LA MAPPA

Partenza – Poreta – Trevi, secondo percorso dei Sentieri nella Fascia Olivata, parte formalmente dal borgo del piccolo paese e si inerpica subito lungo le colline che portano all’abitato della frazione di Lenano. Tra ciglioni, lunette e terrazzamenti, svicolando tra i muretti a secco dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco, si arriva fino al piccolo forte medievale di Campello Alto, a 514 metri sul livello del mare. Dal castello, in età medievale vero crocevia di arti, mestieri e arrembanti nobili conquistatori, si dominano lunghi tratti della valle spoletana e ci si può gettare a capofitto verso la pianura raggiungendo una tra le bellezze decantate da poeti e scrittori: le Fonti del Clitunno.

Punto intermedio – Il secondo percorso dei Sentieri nella Fascia Olivata ha come punto intermedio le Fonti del Clitunno (nel comune di Campello sul Clitunno). Queste formano un  piccolo laghetto dalle acque limpidissime, caratterizzato da crateri all’interno dei quali si aprono numerose polle sorgive. George Gordon Lord Byron e Giosuè Carducci tra i tanti illustri visitatori rimasti a bocca a aperta davanti a questa meraviglia.

Arrivo – Trevi è uno dei borghi più caratteristici dell’Umbria. Abbarbicato in cima a una colle presenta dei panorami mozzafiato con distese di oliveti che corrono nelle colline tutto attorno. Il filosofo francese Montaigne nel 1581, nel suo viaggio da Roma a Loreto giunto in prossimità di Trevi scrive “Fatto sta che è una città costruita su un alto monte, e da un lato si stende lungo le pendici fino a mezza costa; è una posizione amenissima, su quella montagna, carica tutt’intorno d’olivi”. Oggi Trevi è conosciuta non solo per la sua qualità dell’olio, ma anche per i suoi presidi slow food come il sedano nero.

SCHEDA TECNICA

Lunghezza

15.685 metri

Dislivello

307 metri

Difficoltà

Media

Tipo percorso

20% asfalto, 80% sterrato

Tempo cammino

7h 30m

Sviluppo percorso

Lineare

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LO SAPEVI?

L’arte dei muretti a secco/1

L’Unesco ha iscritto “l’arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, che interessa l’Italia ma anche paesi come la Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

L’arte dei muretti a secco/2

L’arte consiste nel costruire sistemando le pietre una sopra l’altra, senza usare altri materiali se non, in alcuni casi, la terra asciutta. Queste conoscenze pratiche vengono conservate e tramandate nelle comunità rurali, in cui hanno radici profonde, e tra i professionisti del settore edile.

Ciglioni, lunette, terrazzamenti

Opere di arte muraria realizzata con filari di pietre disposte a secco con le facce irregolari delle pietre disposte in modo da avere degli efficaci contrasti fra loro. Il percorso ne è pieno, specie nella zona di Campello.

Cisterne

Molte case della zona possedevano cisterne per la raccolta delle acque piovane della strada. La penuria di acqua, nei colli ricca di calcare massiccio, induceva le persone a realizzare ampie cisterne di raccolta delle acque meteoriche per innaffiare gli orti di sussistenza realizzati ai margini delle case.

Raccolta delle olive/1: la brucatura

Fino a pochi anni fa la raccolta delle olive si faceva con il metodo della brucatura quando le olive avevano raggiunto un punto di maturazione conveniente. La campagna della raccolta si iniziava quando le olive erano ben mature, di colore nero, per ottenere una rendita maggiore del prodotto.

Raccolta delle olive/2: il cuitujo 

Ogni uomo o donna impegnati nella raccolta delle olive era dotato di una scala e di un cuitujo, una sacca di tela di canapa con un semicerchio di legno al bordo, e una cinghia da mettersi a tracolla. Le olive venivano raccolte a mano dalle fronde e raccolte all’interno del cuitujo e poi trasportate a dorso d’asino nei luoghi di raccolta.

COSA VEDERE

Questa zona racchiude l’animo vero dell’Umbria. Piccoli, piccolissimi borghi divenuti col tempo delle perle rare di bellezza con il loro carico di storia, di arte nascosta, di conoscenza.

acquedotti
Acquedotto medievale di Trevi
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Chiesa di San Francesco
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