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Acquedotto medievale di Trevi

Acquedotto medievale di Trevi

L’Acquedotto medievale di Trevi detto del Fulcione o dei condotti.

Il Mons. Innocenzo Malvasia nel 1587 così descrive l’acquedotto “Conduce un’acqua ( a Trevi) viva lontano tre miglia per un acquedotto assai bello, il quale si mantiene con gran spesa et cura della Comunità per la necessità che hanno della detta acqua” (“Visita dell’Umbria” scritta da Mons. Malvagia, Biblioteca apostolica Vaticana, Fondo Chigi, I, I, 25) .
Non è noto l’anno di costruzione dell’acquedotto ma con molta probabilità è da datare intorno alla metà del Duecento, in analogia alle costruzioni idrauliche degli altri comuni della regione. È stato attivo fino alla metà del Novecento.

Muri a secco

I muretti sono costruiti con le pietre appena sbozzate che si trovavano nei campi o quelle che venivano ricavate scavando le fosse, detti in loco i formoni, per piantare gli ulivi scavando la roccia.
Le pietre venivano disposte sul banco roccioso, dietro alle pietre venivano sistemate delle pietre più piccole per costituire il drenaggio dell’acqua.
Il muro così era elastico e si deformava in funzione del movimento del terreno sovrastante.

L’impianto degli uliveti

Qui si può vedere ciò che l’uomo nel tempo è riuscito a fare per impiantare gli uliveti. Sopra la linea dell’acquedotto gli ulivi sono disposti a filari, mentre al di sotto gli ulivi sono disposti in modo casuale in funzione dell’andamento del terreno.
Due diverse tipologie d’impianto: la prima più ordinata e regolata dai bandi papali, la seconda di disposizione casuale secondo l’andamento del terreno e della possibilità di poter far crescere la pianta.

Da non perdere

Pinnocchio
Torre colombaia, ciò che rimane della chiusa.

Casa Spellani
Antica chiusa con muro di cinta. Nell’interno viene ancora coltivato l’orto con la cisterna per la raccolta dell’acqua. Anticamente qui arrivava una conduttura per l’acqua deviata dall’acquedotto principale.

Edicola di Sant’Antonio
Realizzata per dare riparo ai viandanti, l’antica edicola campestre in origine era munita di una tettoia che copriva interamente la carreggiata della strada. La confraternita qui raccoglieva le offerte dei viaggiatori che lasciavano l’obolo in una cassetta.

Chiesa di Santa Caterina

E’ ciò che resta di una chiesa costruita su uno sperone di roccia in un luogo sede di un lazzaretto. Conserva un prezioso affresco dei primi anni del Trecento raffigurante la Crocifissione e Santa Caterina. Davanti a questa chiesa, oggi ridotta a un’edicola votiva, il giorno della festa di Santa Caterina si svolgeva la cerimonia di inizio della raccolta delle olive.

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