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Trevi – Sassovivo

Il sentiero della montagna

Trevi – Sassovivo è il terzo tracciato dei Sentieri nella Fascia Olivata Assisi – Spoleto. È il “sentiero della montagna” perché il percorso lascia Trevi per arrampicarsi nel punto più alto a Roviglieto oltre settecento metri sul livello del mare. Rispetto agli altri sentieri qui la difficoltà aumenta sia per la pendenza sia per l’asprezza del terreno. Però l’incanto resta unico. Vi immergerete in cambi di paesaggio straordinari, in perle d’arte celate dal tempo, in meravigliose costruzioni ad opera dell’uomo che vi faranno tremare le mani.

Di straordinaria bellezza nel terzo percorso dei Sentieri nella Fascia Olivata sono le leccete che si rincorrono tra le alte colline. Fiabesca quella attorno all’Abbazia di Sassovivo, considerata Macchia Sacra e riportata anche nel catasto gregoriano. Si estende per oltre 700 ettari, è un elemento di grande valore ecologico costituendo un esempio di lecceta primigenia umbra.

LA MAPPA

Partenza – Il punto di partenza del terzo percorso dei Sentieri nella Fascia Olivata è la città di Trevi, capitale mondiale dell’evo di qualità e ricca di storia. Trevi è la prima città ad avere dedicato un museo alla coltivazione dell’olio. Da qui, dopo una breve discesa verso alcune frazioni poste più in basso, tra ville secolari e fonti d’acqua, si comincia a salire raggiungendo dopo una lunga ascesa la località di Manciano, famosa per le sue castagne. Qui il panorama si innesta con paesaggi di bassa montagna. Boschi si aprono ai lati di una valla che porta fino al caseggiato di Le Corone e alla antichissima chiesa di San Martino.

Punto intermedio – L’abitato di Roviglieto è il punto più alto di tutto il percorso a oltre 700 metri sul livello del mare. Il piccolissimo borgo affonda le su radici già nel basso medioevo: le prime tracce si hanno con un censimento del 1573 e si contavano 30 famiglie e circa 150 abitanti.

Arrivo – L’Abbazia di Sassovio è un unicum nel panorama della Fascia Olivata Assisi – Spoleto. Vive all’interno della secolare e vasta lecceta, in cima allo sperone roccioso. Fu costruita intorno al Mille da Ugolino conte di Uppello, villa esistente nel fondovalle. A controllo del suo territorio con le due ville di Uppello e Casale. Nella seconda metà del XV secolo passò ai Benedettini della Congregazione olivetana diventando punto centrale nella vita comunitaria e monastica di questa parte dell’Umbria. Oggi al suo interno l’abbazia ospita la Congregazione dei Piccoli Fratelli della Comunità “Jesus Caritas” di Charles de Foucauld ed è rimasto un centro spirituale ma anche economico con influenza su un vasto territorio montano.

SCHEDA TECNICA

Lunghezza

17.042 metri

Dislivello

396 metri

Difficoltà

Alta

Tipo percorso

15% asfalto, 85% sterrato

Tempo cammino

9h 00m

Sviluppo percorso

Lineare

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LO SAPEVI?

Misticanza

Uno dei piatti comuni nelle tavole della zona era la misticanza un piatto vegetariano composto dalla sapiente miscela di erbe, raccolte in diversi periodi dell’anno, condite con l’ottimo olio extravergine d’oliva della fascia olivata e aceto forte.

Erbe campagnole

Negli uliveti o nei campi incolti si possono raccogliere una grande quantità e diversi tipi di erbe. Fra le più note:  i Caccialepri, gli Strigoli, la Barba dei frati, il Tarassaco, il Raponzolo, il Crispigno spinoso, il Papavero prima che nasca il fiore, la Borragine dalle foglie ispide e rugose, la Cassella dalle foglioline ellittiche, la Rughetta selvatica.

Le castagne di Manciano

Nella tradizione contadina l’albero del castagno era molto considerato perché rappresentava una parte importante dell’alimentazione povera in ambiente rurale.  Arrostite o lessate erano un alimento che completava la dieta.

Pecorino

Anche il formaggio pecorino faceva parte della dieta di queste zone. Proveniente dai pascoli della montagna subiva due processi di stagionatura. Uno più breve, circa 60 giorni, e uno più lungo, almeno 8 – 12 mesi. Nel primo caso il formaggio veniva impiegato come companatico, nel secondo come condimento.

I rifugi degli uliveti

Spesso pastori e olivicoltori utilizzavano piccoli edifici scavati nella roccia come rifugi diurni e notturni. I modesti insediamenti erano principalmente scavati nella roccia, grotte simili a molte di quelle eremitiche, e preceduti da piccoli vestiboli in muratura di pietra, coperto da lastre di pietra e assi di legno, ove era ricavato lo spazio per una porta.

L’olio mio

Ogni famiglia aveva un oliveto da cui ricava l’olio per casa. E l’olio di ognuno era più buono degli altri. Quando si andava a portare l’olio della chiusa nel frantoio il padrone aspettava tutto il tempo della frangitura delle proprie olive per essere sicuro di avere l’olio ricavato dalle proprie olive.

COSA VEDERE

La parte più aspra ma anche quella più fiabesca dei Sentieri. Il percorso vi condurrà a scoprire pietre preziose di arte incastonate in panorami mozzafiato.

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