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Pale in Umbria era famosa in tutto il mondo per la sua produzione

Le cartiere di Pale in Umbria

Le cartiere di Pale

Nel 1810 a Pale in Umbria, e nella vicina Belfiore, si contavano ben 16 cartiere attive che occupavano circa 130 operai.  Alla fine del primo decennio del Novecento le cartiere erano 12 con 249 occupati. Fra il 1911-12 la crisi colpì le cartiere ne rimasero attive solo 4 con 71 operai. Oggi nella valle non vi sono più opifici attivi.

La forza delle acque del fiume di alta collina Menotre, che nasce dalle sorgenti del fosso di Favuella, ha segnato la storia produttiva delle valli in cui scorre. L’energia idraulica derivata dal fiume ha permesso la costruzione fin dal XIII secolo di lanifici, molini e soprattutto cartiere.

Le gualche da panno o valche, varghe, gualchiere erano qui attive già dal 1079 munite di folloni, grandi martelli di legno azionati dalla forza idraulica, che servivano a battere, macerare gli stracci, panni da cui ricavare il pisto per la produzione di carta bambagina.

A pale in Umbria una carta senza eguali

La carta bambagina prodotta dalle valchiere di Pale in Umbria era di finissima lavorazione molto apprezzata dagli utenti del tempo. Nel 1590 il bibliotecario del Vaticano signor Angelo Rocca definì la carta prodotta a Pale senza eguali. A seguito della Bolla papale emessa da Clemente XIV nel 1673 che concesse ai cartari di Belfiore la libertà di commercio della carta, il paese conobbe un forte incremento produttivo della carta.

Cartiera Sordini

L’esistenza della famiglia Sordini come “mastri chartari di Fabbriano” è documentata fin dal 1283. La fabbrica di Pale risale al XVIII secolo ma lo sviluppo maggiore si ebbe nel 1869. Nel 1910 la carta prodotta dalla cartiera era destinata alla Stamperia Reale di Roma.

Dal 1929 al 1943 la cartiera fabbricava carta valori e carte da bollo per lo Stato. Lo stabilimento di Pale in Umbria si articolava in sei reparti, più un reparto sussidiario. Dalla stracceria, dove avveniva la cernita degli stracci, si passava al reparto lisciviazione, in cui si attuava la bollitura, lo straccio andava poi alla sfilacciatura, dove veniva triturato e decolorato e da qui alle celle di decantazione e di riposo, dove veniva scolato.

La pasta veniva successivamente triturata nel reparto olandesi raffinatori; passava quindi alla macchina in piano, dove il foglio prendeva forma, era essiccato e infine veniva tagliato e imballato. La cartiera fu chiusa negli anni ‘90 dello scorso secolo.

Le altre cartiere di Pale in Umbria

Chiovata ex cartiera Carnali, attiva dal XIV secolo grazie ai Be- nedettini, nel corso del XV secolo la proprietà passò nelle mani della potente famiglia Trinci di Foligno che continuò la produzione di ottima carta da straccio. Proseguì a produrre fino alla seconda metà del 1800.

Cartiera Innamorati-Bartocci e Cherubini, impiantata agli inizi dell’Ottocento subì la stessa sorte di tutte le altre cartiere del pae- se, piccoli opifici caratterizzati da una produzione della carta legata a sistemi produttivi tradizionali.

Cartiera Cherubini Cherubino, si ha notizia dell’antica cartiera sin dal l748. Probabilmente produceva carta da scrivere, fatta a mano. La fabbrica risulta essere tra le cartiere che, nella seconda metà del Settecento, lavoravano globalmente 1.200.000 libbre di straccio, con una produzione di 28.000 risme di carta del tipo Palomba,Mezzanella, Genovese, Ancora, Stella, Reale Fioretta, Reale Fina e Turchinetta. La carta veniva esportata in Italia e all’estero.

Cartiera Agostini Gaetano, consultando le statistiche industriali del 1857, si riesce a stabilire che la cartiera Agostini Niccolò era attiva da “tempo immemore”. Circa trenta anni prima, le stesse statistiche riportavano come anno di fondazione dell’azienda il 1790. È certo che agli inizi dell’Ottocento la fabbrica produceva
annualmente 60.000 libre romane di carta fatta a mano.

Cartiera della Rupe o Innamorati Vincenza, la ex cartiera “della Rupe o Ripe” è con molta probabilità un insediamento produttivo antichissimo, anche se non sono stati rintracciati documenti che attestino l’origine dell’edificio. Un documento dell’Archivio Notarile del Comune di Foligno riporta la notizia riguardante l’acquisto nel l434 di una valchiera da carta e di una casa da Perna effettuato da Pietro di Cecco di Renzoro Elisei. Gli edifici vennero annessi alla celebre villa Elisei, dimora estiva di una delle più notabili famiglie della città di Foligno che aveva proprietà nel castello di Pale sin
dal 1268.

Ex Stenditoi della s.a.c.p., l’ex stabilimento sorge a ridosso e
sopra le mura del castello di Pale. Lo stabilimento sembra essere impiantato nel 1856. In realtà, a quella data, si costituì l’azienda “Innamorati Guido”, che produceva carta fatta a mano in uno degli stabilimenti di Pale, con ogni probabilità nell’impianto del progeni- tore Innamorati Vincenzo. Solo dopo il 1900, l’azienda trasferì una parte delle lavorazioni e delle macchine nel nuovo stabilimento, costruito di fronte alla Cartiera Innamorati Antonio, come è anche dimostrato dalle planimetrie del Catasto Gregoriano.

Cartiera Innamorati Antonio
, l’ex complesso industriale “Innamo- rati” è localizzato nella zona più bassa di Pale, ad ovest del paese. Si sviluppa tra la derivazione destra del Menotre, e via Belfiore, detta anche via delle Ripe. La ditta “Innamorati Antonio” gestiva la cartiera sin dal 1730, ma si presume che le origini dell’impianto siano antichissime. Secondo alcuni eruditi locali le prime cartiere italiane del XIII secolo sorsero a Pale accanto e a cavallo del primo salto della derivazione destra del Menotre, dove erano situate le ex cartiere di Gaetano Agostini e Antonio Innamorati.

Cartiera Innamorati Giovanni, l’ex opificio è localizzato ad est di Pale, lungo via Menotre, sopra e per la maggior parte accanto alla derivazione destra del fiume Menotre e in prossimità di una vasta area pianeggiante. Secondo testimonianze orali, Giovanni Innamorati, appartenente ad una famiglia di imprenditori cartai, sembra essere stato il proprietario dell’impianto produttivo. La Cartiera è inattiva.

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