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L’eremo di Santa Maria di Giacobbe

L’eremo di Santa Maria di Giacobbe

L’eremo (fuori percorso) è posto a mezza costa del monte di Pale in un anfratto naturale. È uno dei santuari terapeutici della montagna folignate. Le testimonianze documentarie fanno risalire il Santuario alla fine del 1200, ma alcuni elementi architettonici, fanno supporre che esso sia stato eretto su di un preesistente insediamento pagano.

Il mito vuole che in una grotta del Sasso di Pale si fosse rifugiata “Maria de Iacoba” (S. Maria Giacobbe), madre di Giacomo, che dopo aver assistito alla Crocefissione, insieme a Maria di Magdala (la prostituta Maddalena), la mattina del sabato ricevette l’annuncio della Resurrezione presso il Sepolcro.

Nel corso dei secoli il santuario fu frequentato dai pellegrini per la presenza delle acque raccolte nella cisterna dell’eremo, ritenute terapeutiche e per invocare la protezione per sé e i propri congiunti, specialmente se lontani, come frequentemente e intensamente avvenne negli ultimi due conflitti mondiali.

Nel 1547, vi dimorò un eremita di nome Aurelio da Foligno, al quale seguirono fra’ Giacomo Fideli da Torricchie di Camerino (1614) e fra’ Nicola Polacco (o di Polonia), presumibilmente proveniente dal paese omonimo (1677).

All’interno dell’aula rettangolare della chiesa, in gran parte scavata nella roccia, si conservano dipinti murali del XIV -XV secolo. Nella volta il Cristo benedicente (scuola senese della prima metà del Tre- cento). Sulla destra la Natività.

Gli affreschi

L’affresco più misterioso del Santuario è “Il Volto Santo di Lucca”, un Cristo a braccia aperte eseguito sicuramente prima del 1392. Sempre sulla stessa parete, entro una mandorla troviamo una Madonna in trono con Bambino che impone sul capo di Lei una corona d’oro. Dalla mandorla sorretta da due angeli pende una fune che scende sul capo degli apostoli.

Nella parete di fondo, eretta agli inizi del XVI secolo, sono raffigurate Santa Messalina, prima martire di Foligno, S. Antonio da Padova, Santa Maria Maddalena e san Carlo Borromeo. Nel retro affreschi di Santa Maria di Giacobbe, S. Luca e la Madonna in trono.

La cisterna

Passando dietro l’abside si giunge a un piccolo chiostro, su cui incombe la rupe, dove è una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana impiegata dagli eremiti per uso domestico e dai pellegrini a scopo terapeutico. Tornando indietro si entra nella sagrestia e subito dopo la stanza degli ex voto.

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