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Chiesa di Santa Croce

Chiesa di Santa Croce

Edificata intorno al XIII secolo in stile gotico-romanico ove sorgeva un monastero. Interno a navata unica con archi diaframma. La chiesa fu modificata nel XVII secolo a seguito del crollo del muro absidale.

Vi è un affresco del 1643 attribuito al pittore assisiate Gerolamo Marinelli raffigurante Sant’Elena e la Vergine Maria in adorazione della nuda croce tema particolarmente caro all’ordine francescano. Fu poi trasformata in fienile e riaperta al culto nel 1945.

Ha ospitato la sede della fondazione Sorella Natura per la tutela la cultura e l’educazione ambientale, poi restaurata dal FAI.

Il monastero

Nella zona esterna alle mura della città si insediarono i monasteri femminili. Fra il XIII e il XIV secolo il monastero passò dai monaci alle monache benedettine, posto dove precedentemente era attivo l’ospedale di Pontis Gallorum. Dell’ospedale si ha notizia nel 1276. Esso dovette finire la sua funzione di accoglienza in concomitanza al trasferimento in città delle benedettine nel 1382.

Il monastero era chiuso da mura che contenevano le case e gli orti. Del monastero delle benedettine si ha notizia fin dai primi anni del Trecento. Qui le monache non dovettero avere vita facile se nel 1382  fu abbandonato e furono trasferite all’interno della città.

Il mulino

E’ documentato fin dal secolo XII. Dal XVII risulta essere di proprietà dell’Abbazia di San Paolo, detto il mulino dei monaci di San Paolo. Il grande locale ospitava macine sia per i cereali che per la frangitura delle olive. Non disdegnando di macinare anche le ghiande da cui si faceva farina per il pane. Sfruttava l’energia dell’acqua che veniva captata più a monte attraverso una diga fatta in legno e muratura.

Sul retro il muro di contenimento per la vasca di carico detta accolta o bottaccio. Mentre sul letto del fiume si possono ancora osservare le tracce della diga in muratura. L’acqua attraverso un condotto in legno detto doccia azionava le pale del retrecine che azionavano la macina orizzontale posta di sopra. L’acqua fuoriusciva nel canale con volta a botte che si vede ancora nel mulino. Nel periodo estivo non funzionava per mancanza di acqua.

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