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Acquedotto Collepino-Spello

Acquedotto Collepino-Spello

L’acquedotto di 5,61 km di lunghezza, captava le acque dalla sorgente di Fonte Canale o Molinaccio, sotto il castello di Collepino.
L’opera idraulica fu costruita in età augustea per condurre l’acqua pota- bile all’interno delle mura urbiche della città romana di Spello. Un canale, in gran parte interrato di sezione rettangolare.

Negli statuti comunali del 1360 la manutenzione era affidata al Comune, cui era demandata anche la cura dal punto di vista igienico e sanitario.

Il condotto era perfettamente funzionante fino all’Ottocento quando il comune di Spello decise di costruire un nuovo acquedotto con tubazioni di ghisa, inaugurato nel 1902. Dal 2009 è stato adattato a percorso pe- donale con un dislivello di 148 metri e un’ora e venti circa di camminata.

Fonte Molinaccio

Posto all’inizio del percorso il Fontanile con tre vasche conteneva l’acqua ad uso degli animali. A lato una piccola vasca oggi con un rubinetto da cui sgorga l’acqua potabile della vicina sorgente. Sopra la cannella una pianella con la scritta ARD . In una pianella murata nel muro la data 1771 con la scritta abrasa … DELLA COM. EE a indicare la proprietà ecclesiastica della fonte.

I punti del percorso

Fonte Molinaccio
• Ponte Corvara o “de la Corbara”. Passa sopra il fosso di Terza Rea.
• Ponte delle Mole o “de le Moie”.
• Le Tane.
• La spiaggetta. Realizzata con le vestigia dell’acquedotto.
• Ponte “Parasacco” alto 18 metri con un unico fornice di pietra.
• Bosco “strappabrache”, macchia fitta fatta di spini.
• La grande chiocciola. Percorso scavato nella roccia.
Abbeveratoio dell’asino (quota 397). Fonte destinata ad abbeverare gli animali.
• Curva del Rosmarino. S’incontra una casa rurale diventata un eremo della compagnia di Fratel Carretto Jesus Caritas sulla cui facciata rimane una edicola sacra con l’immagine dipinta della Madonna con angeli.
• La grande quercia.
• I fichi.
• I tornanti.
• Belvedere. Da qui si può godere la vista della città di Spello immersa
negli olivi.
• Tre archi dell’acquedotto. Realizzati per superare il dislivello di un
fosso, uno dei tanti che solcano i versanti della montagna.
• Panca millenaria costituita da un brano di muro romano dell’acque-
dotto disposto come panchina.
• Resti romani dell’acquedotto.
• La grande finestra. Frequenti le finestre che permettevano l’ispezione
del cunicolo, da cui si attingeva l’acqua, alcune riportano la data 1783
e alcune feritoie per la presa d’aria.
• La grande muraglia.
• La scogliera.
• Le Rierce.
• Fonte della Bulgarella (quota 313), da cui sgorga fresca acqua sor-
giva.

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