Il giro della cava
Il giro della cava è il tracciato circolare dei Sentieri nella Fascia Olivata Assisi – Spoleto che ha come base di partenza il comune di Trevi. È un percorso di circa 10mila metri adatto a tutte le età e che presenta due piccole salite che necessitano comunque di un buon allenamento. Nella sua punta più estrema, il tracciato gira attorno alla cava Metelli, da qui il nome, ma per la maggior parte del percorso si camminerà in un paesaggio dove la pianta dell’ulivo è predominante.
Questo percorso presenta un tracciato misto, toccando non solo Trevi ma anche una parte delle sue frazioni. Trevi è una città magnifica, non solo per la sua posizione, aggrappata alla sommità di un colle, ma anche per le sue tante meraviglie nascoste. Come le chiese di campagna, scrigni preziosi dove si celano dipinti secolari e stupefacenti.
LA MAPPA
Partenza – Il punto di partenza è la centralissima piazza Garibaldi, appena fuori le mura della città. Lì c’è un ampio parcheggio, con strisce blu e bianche, dove poter lasciare l’auto e partire prendendo viale Augusto Ciuffelli. La prima parte del percorso è quella più semplice. Dalla città, poco dopo il convento di San Martino, si scende verso la frazione di Santa Maria in Valle che rappresenta il punto più basso del tracciato (283 metri sul livello del mare).
Punto intermedio – Da Santa Maria in Valle inizia la prima ascesa. La direzione è quella per l’abitato di Manciano, famosa per le sue castagne, a 510 metri. Per arrivarci, una volta raggiunta la piccola chiesa di San Donato, una perla, si imbocca la strada che porta la cava per poi abbandonarla cento metri dopo prendendo la seconda strada bianche sulla sinistra. Da lì, inerpicandosi tra piantoni di olivi, si arriva a Manciano.
Arrivo – Non sarà necessario entrare nell’abitato. Una volta raggiunta la strada principale (via Istriani), si svolta sulla destra per raggiungere le prime case dove si trova una fonte proprio davanti alla chiesa. Superato l’incrocio suggeriamo di svoltare sulla destra passando sotto un arco, accanto a una meravigliosa edicola dipinta. Da lì si scende attraverso gli oliveti tenendo la cava sulla destra. Raggiunta la strada asfaltata, la si risale per circa un un centinaio di metri per poi svoltare ancora a destra e affrontare un secondo strappo che conduce alla località Castelluccio, dove dopo un’ultima breve salita, si riprende la via per Trevi costeggiando la collina olivata.
SCHEDA TECNICA
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Misticanza
Uno dei piatti comuni nelle tavole della zona era la misticanza un piatto vegetariano composto dalla sapiente miscela di erbe, raccolte in diversi periodi dell’anno, condite con l’ottimo olio extravergine d’oliva della fascia olivata e aceto forte.
Erbe campagnole
Negli uliveti o nei campi incolti si possono raccogliere una grande quantità e diversi tipi di erbe. Fra le più note: i Caccialepri, gli Strigoli, la Barba dei frati, il Tarassaco, il Raponzolo, il Crispigno spinoso, il Papavero prima che nasca il fiore, la Borragine dalle foglie ispide e rugose, la Cassella dalle foglioline ellittiche, la Rughetta selvatica.
Le castagne di Manciano
Nella tradizione contadina l’albero del castagno era molto considerato perché rappresentava una parte importante dell’alimentazione povera in ambiente rurale. Arrostite o lessate erano un alimento che completava la dieta.
Pecorino
Anche il formaggio pecorino faceva parte della dieta di queste zone. Proveniente dai pascoli della montagna subiva due processi di stagionatura. Uno più breve, circa 60 giorni, e uno più lungo, almeno 8 – 12 mesi. Nel primo caso il formaggio veniva impiegato come companatico, nel secondo come condimento.
I rifugi degli uliveti
Spesso pastori e olivicoltori utilizzavano piccoli edifici scavati nella roccia come rifugi diurni e notturni. I modesti insediamenti erano principalmente scavati nella roccia, grotte simili a molte di quelle eremitiche, e preceduti da piccoli vestiboli in muratura di pietra, coperto da lastre di pietra e assi di legno, ove era ricavato lo spazio per una porta.
L’olio mio
Ogni famiglia aveva un oliveto da cui ricava l’olio per casa. E l’olio di ognuno era più buono degli altri. Quando si andava a portare l’olio della chiusa nel frantoio il padrone aspettava tutto il tempo della frangitura delle proprie olive per essere sicuro di avere l’olio ricavato dalle proprie olive.
COSA VEDERE
La parte più aspra ma anche quella più fiabesca dei Sentieri. Il percorso vi condurrà a scoprire pietre preziose di arte incastonate in panorami mozzafiato.
conventi

eremo

pievi

chiese




rocche
